Lo stesso Archivio con i suoi spazi ordinati e netti, invece di rassicurami, mi mette a disagio perché comunica che abbiamo consegnato tutto il senso della nostra esistenza politica alla gestione della memoria, che pure è cosa preziosa. E’ chiaro che questo sentimento non mi è suggerito dallo stato reale dell’Archivio che anzi è l’unica cosa in ordine, ma dalla percezione che ho dell’Udi: mi sembra una nonna di cui ci occupiamo perché non possiamo ancora fare a meno della sua pensione. Se penso a mia madre che invecchiando era diventata più sfrontata nei confronti del mondo e più acuta verso noi figlie, non posso fare un torto all’Udi considerandola da meno e quindi voglio appassionarmi, farmi coinvolgere o lasciar perdere.
dagli appunti della relazione di Pina Nuzzo all’Autoconvocazione, maggio 2011