il viaggio dell’Anfora per il Lazio

Minolta DSC28 febbraio – 28 marzo

Di sabato  arrivare alla Sede nazionale può essere molto difficile! Se poi ti tocca gareggiare con i partecipanti della Maratona  Roma-Ostia,  affrettando il passo lungo i marciapiedi, mentre tutti i Fori imperiali sono bloccati, rischi sul serio di immedesimarti in una maratoneta. Invece ti ritrovi a piazza Venezia  invasa dai turisti svestiti, mamma che freddo! E riprendi la tua strada e la staffetta  verso l’Udi.

Per fortuna c’è sempre chi fa più tardi di me e infatti Stefania dalla Campania deve ancora arrivare. Rivedere l’Anfora, dopo averla lasciata a Niscemi nel mese di Novembre, è stata una bellissima emozione soprattutto perché ho potuto sincerarmi e “meravigliarmi” trovandola ancora intatta e  ben sapendo quanto ha viaggiato. E’ passata  tra tante mani di donne diverse che l’hanno voluta accarezzare sfiorare celebrare ed  esporla sul suo manto color oro, il suo primo dono ricevuto da  Milena. La nostra testimone  bella e ammirata ci sta diventando anche un po’  vanitosa e si sta pure montando la testa questa nostra sorella che guarda, ascolta e  zitta zitta  se ne va libera per tutta l’Italia a raccogliere pensieri e denunce, sorrisi e rabbia.

L’arrivo della Staffetta nel Lazio si è aperto il 28 febbraio con la riunione per la costituzione del Comitato 50E50, occasione tanto importante perché al centro di tutta la politica nazionale e nel cuore della stessa Staffetta.

Rivedere le donne provenienti dalle tante e  diverse parti d’Italia è sempre meraviglioso non solo perché la Sede torna a brillare e a vivacizzarsi ma anche perché ritrovo il senso dell’esistenza  e della nazione di donne dell’Udi. Donne che sento più vicine per questioni certamente anche anagrafiche, le Portastaffetta regionali intente ad organizzare la Staffetta per passare la testimone: da Grazia Dell’Oste a Rita Murgia, da  Maria Chiaramonte  a Marisa Stivala, da Cristina Lanna a Marta Tricarico,  da Claudia Mattia a Ingrid Colanicchia. E poi rivedere le  Macare è sempre un avvenimento perché con loro sai bene che puoi essere come più ti senti e se ti trovi in difficoltà sono le prime a sostenerti e incoraggiarti.  Questa nostra relazione che si è andata costruendo in questi ultimi anni, anche grazie alla Scuola estiva,  mi ha dato tanta autostima e forza che, a modo mio, sto cercando di restituire . E’ in questo clima affettuoso e frizzante che abbiamo accolto dalla Campania la nostra Anfora testimone e sorella vagabonda per consegnarla nelle mani di Silvana Turco verso la prima tappa laziale, ovvero il teatro Bertold Brecht di Formia.  Come tradizione non posso trascurare di raccontarvi  che tutto questo è stato intervallato da un pranzo “da regine”, fatto di prodotti tipici del Salento con frise , sott’olio di tutti i tipi, salse, vino e dolci. Da sentirsi male, tanto abbiamo mangiato!

Poi la nostra Anfora ha ripreso il suo viaggio.

Il 1 marzo  era in compagnia delle donne dell’ Associazione Internazionale Artisti in cui la Staffetta come scrive Silvana Turco si è rivelata una  “proposta  particolarmente efficace. Alla fine delle letture silenzio, poi dopo qualche secondo, applausi, molti applausi. Il fatto è  – ci hanno spiegato le donne presenti- che siamo rimaste senza fiato, col cuore in tumulto. Avevamo scelto di trattare il tema dello stupro di guerra, basandoci anche sul fatto che rimane ancora una memoria di ciò che è avvenuto  in Ciociaria, quindi lì vicino, durante la II  guerra mondiale, gli stupri di massa dei grumiers marocchini. Il tempo è passato e rimangono poche testimoni, ma ci sono , ci sono le loro figlie. Abbiamo letto testimonianze e rielaborazioni letterarie di Alberto Moravia, Dacia Maraini e nostre, mentre sullo schermo scorrevano le immagini dell’indimenticabile Ciociara di Sofia Loren , regia di De Sica, e una musica struggente di fisarmonica si diffondeva nel teatro.Alla fine ho stimolato le presenti, ma c’erano anche uomini giovani, a scrivere qualche loro pensiero o testimonianza su un foglio anonimo, che poi ho “ consegnato” all’anfora”.

Il 3 marzo accanto a Pina siamo state alla Camera, nella Sala delle Colonne, con le Donne della Federazione Evangelica. Insieme a Claudia Mattia abbiamo portato l’Anfora e con questo gesto sono stati avviati  i vari interventi. I discorsi di  Greetje van der Veer (presidente FDEI) e di Elizabeth Green (pastora e teologa battista) veramente trascinanti e chiari . Emozionanti come sempre, le parole della nostra Delegata nazionale sulla paura e su quel guardarsi le spalle che ogni donna conosce perché ci accompagna per tutta una vita.

Una bella occasione in cui abbiamo costruito rispetto e solidarietà  tra donne augurandoci reciprocamente con Dora Bognandi e Greetje van der Veer di condividere altri momenti. E’ stata persino una  delle rare volte in cui ho potuto rispettare la mediazione di un uomo in politica!

Il 5 marzo la Staffetta è stata ad Ostia Antica dove abito, accolta presso la Scuola media  grazie alla volontà delle insegnanti e di due donne con le quali ho stabilito ormai da alcuni anni un buon rapporto: Maria Rita Gobbi  e Giorgia Basciani. Ospite d’onore Pina Nuzzo, ad ascoltarci ben 224 ragazze/i tutti attenti e commoventi. Ci hanno consegnato i loro biglietti, molti avvolti attorno a nastri colorati, altri incorniciati e colorati, inconsapevoli e ingenui. Altri dolenti confessioni di abuso e violenza: parole di denuncia  e di ricerca di aiuto per sentirsi bambole inanimate e per  la paura di continuare a viversi come un niente.

Abbiamo detto che l’Udi c’è. Ma non so se per tutto questo dolore mi basterà promuovere solo le bacheche rosa.

Può essere veramente arduo e serrato il confronto con le donne che vivono il giorno dopo giorno. Molte di queste donne hanno già rinunciato a troppo, si pensano misere. Questa  infelicità , questo dolore e questa malinconia è l’unica mediazione che ti concedono. L’ immobilità l’unica alternativa che vogliono per tutte.  Altre pensano di vivere una seconda vita addosso ai loro figli. Troppo spesso mi accorgo che queste giovani donne  sono madri di figli maschi, che continuano a proteggere tollerandone (se non molte volte alimentando)  stereotipi e comportamenti  maschilisti . Altre donne vorrebbero esserci in questa Staffetta ma hanno paura dentro le loro case.

Aspettano. Altre invece, aspettano di sentirsi approvate dai loro mariti e/o compagni.  Altre ancora , per fortuna, ti sostengono e ti incoraggiano con i loro  “vai avanti anche per noi”  perché si ritrovano da sole a  lavorare e occuparsi delle Ioro figlie e figli dopo il divorzio.

C’è sempre però chi ti segue e chi smette di pensare per sé e per le altre solo un destino di silenzio e di  miseria. Io passo, guardo, cerco e voglio  andare avanti, costruisco come so. Come ho imparato a fare con calma con il mio stesso corpo quando le parole non vogliono essere ascoltate e sono di troppo.

In questo modo sono andata a  Pomezia, ho steso il manto oro e mostrato a tutte l’Anfora.  Ho parlato di tutte le giovani Portastaffetta per l’Italia a cominciare da Enza Miceli mia compagna di viaggio e “collega”. Ho parlato del nostro desiderio di Politica, di impegno e responsabilità. Ho nuovamente aperto la possibilità di  solidarietà tra le donne. Ho raccontato della Staffetta dell’Udi di oggi.

Sabato 7 marzo l’Udi di Ardea  ha accolto l’Anfora ospitando Chiara Valentini  con il suo  libro ‘Amorosi Assassini’ ,avviando un dibattito sul tema della violenza alle donne anche in relazione alla proiezione di ‘3,2,1?’ docu-film di Alka e Roya Sadat sulla drammatica realtà delle donne afghane che si danno fuoco per sfuggire dalle violenze domestiche (per gentile concessione di ADNKronos International).

L’ 8 di marzo è stata una giornata intensa.  Via di corsa con il trolley rosso per tutto Circo Massimo direzione Largo Argentina dove tutte erano ad aspettarmi con le bandiere dell’Udi, le spillette appuntate e le mimose rigorosamente all’occhiello. Abbiamo preso il  primo 916 verso Via Andersen, zona Quartaccio . Un percorso lungo e  stancante anche per il peso nel cuore  di ripercorrere la stessa strada di Linda, giovane 41enne mia coetanea, aggredita al capolinea e violentata. Scendiamo tutte al capolinea. Le case sono chiuse con tante inferriate alle finestre. Qualche persona si affaccia timidamente. Le intravedo da lontano.

La piazzetta dove scendiamo è piccola con qualche albero che fa da ombra in questa domenica di primavera. Sopra ad una panchina posiamo l’Anfora.

Pina mi invita a parlare e con grande emozione mi rivolgo alle donne presenti parlando della Staffetta contro la violenza sulle donne, della necessità di un nuovo patto tra le donne e di un nuovo contratto sociale da ridefinire con gli uomini. Distribuiamo spillette a tutte e tutti, spieghiamo, lasciamo indicazioni su dove trovare la Sede nazionale a Roma.  La mattinata è stata frenetica ed emotivamente forte.

Dal pomeriggio cominciano ad arrivare le donne alla Sede.  Per il nostro 8 marzo abbiamo preparato l’intera Sede con vasi di mimose, con tavoli imbanditi per accogliere il cibo che Elvira,  Aberrash e Sanny hanno portato per contraccambiare l’ospitalità dell’Udi.

Nella sala grande, Pina ha steso un tappeto intorno al quale ci disponiamo per assistere al rito del caffè. Ben presto siamo tutte inondate dal profumo intenso di caffè tostato che ci viene offerto con piccole zollette di zucchero e focaccina con una salsa piccantissima. Elvira ci parla con grande calma e fascino raccontandoci  delle sua attività e del suo impegno rivolto ad organizzare viaggi verso varie zone dell’Africa per far incontrare diverse culture e modi di abitare e vivere il mondo. Le nostre tre ospiti sono molto eleganti. Insieme ad Abby e Sanny prepariamo il grande tavolo al centro dell’Archivio  dove mangeremo con grande curiosità e gusto  un menù etiopico a molte di noi nuovo ma di certo invitante. Una serata veramente piacevole e rilassante dove non sono mancate promesse e proposte come da tradizione della nostra attività politica.

Il viaggio dell’anfora nel Lazio è proseguito con grande impegno ed energia. L’ 11 marzo mattina l’anfora è giunta presso le Scuderie Estensi a Tivoli grazie all’impegno di  Silvana Casellato e della figlia, Laura Calesso, che così scrivono:

“ E’ stato l’atto conclusivo di un periodo di contatti con le realtà locali di donne presenti nel territorio. Sono da poco passate le 9 del mattino e cominciamo a preparare questo luogo così prestigioso di Tivoli, degna cornice alla nostra importante testimone, come sempre siamo emozionate, ma molto soddisfatte di aver compiuto l’impresa nonostante le difficoltà incontrate. Cominciano ad arrivare le donne del coordinamento dello Spi cgil con  Simonetta, che è stata solidale con noi da subito ed è stata la più convinta sostenitrice dell’evento, ha stampato i manifesti presso la sua sede come forma di sostegno, sapendo benissimo che non godiamo di nessun finanziamento pubblico e che la staffetta cammina solo se le donne sono generose, poi via via arrivano tutte le altre.         Siamo pronte, il tavolo è pieno di mimose, si inizia. Prende la parola Pina e come sempre sa trovare le parole giuste per comunicare a chi non ci conosce o ha di noi un’immagine d’altri tempi, i cambiamenti avvenuti, fa un po’ la storia iniziando dal presidio in P.zza Montecitorio  nel giugno del 2006, quando chiamammo le parlamentari ad una responsabilità, rendendo evidente che una vera emergenza stava per scoppiare in Italia, cosa che si è puntualmente verificata,  la scuola politica del 2006 dedicata ad una rilettura della legge contro la violenza a vent’anni dalla sua approvazione e poi la Staffetta così pensata per essere portata anche nei piccoli centri e diventare occasione d’incontro tra donne, perché la violenza ci tocca tutte”.  Tra le intervenute: Simonetta Felici del coordinamento donne dello Spi Cgil;  Virginia Maggi presidente di Rete rosa;  Adriana Jugaru mediatrice culturale di nazionalità rumena. “L’ultimo intervento è di Laura Calesso, che è stata la vera artefice di questo evento a Tivoli, da lei voluto fortemente, dopo l’episodio di violenza accaduto a Guidonia, per chiamare le donne a confrontarsi, a non rimanere ognuna nel proprio gruppo, ma a  mettere da parte le cose che ci dividono e trovare punti importanti condivisi nonostante le difficoltà e il disinteresse dimostrato dalle istituzioni cittadine che hanno concesso il patrocinio all’iniziativa, ma non hanno ritenuto importante la partecipazione all’evento.”   

Il 12 marzo abbiamo avuto alla sala Olivetti di Roma, il Convegno “Simboli e Diritto: cambiamo le regole”, con la relazione portante e importante  di Stefania Guglielmi e i numerosi interventi salienti tra cui quello della Direttora di “Confidenze”, Cristina Magnaschi e, dalla Francia,  della giovane  Presidente dell’Associazione “Né puttane né sottomesse”,  Sihem Habchi che ho avuto il piacere di rivedere.

Il settimanale Confidenze del 7 aprile ha dedicato al Convegno intere pagine, intitolandole Da donna a donna.

Il 14 marzo  presso il Teatro Vascello a Roma,  l’Udi di Monteverde e le donne di  “ Arte per” hanno accompagnato la Staffetta e l’Anfora testimone con letture teatrali e una sfilata di anfore dipinte da artiste. L’evento ha avuto il patrocinio gratuito della Regione Lazio, del Comune di Roma, del Municipio Roma XVI, della Provincia di Roma.

Ecco le parole di Carla Cantatore che riassumono questo evento: “L’immaginario degli artisti sull’anfora testimone si è proiettato verso l’impegno della creazione di anfore-sorelle che idealmente ne accompagnassero il viaggio. Una presa in carico della testimone con la creatività personale che gli artisti di Arte per… , ogni volta, impegnano in agire politico. La sfilata di anfore d’artista insieme alla partecipazione di quattro protagoniste del mondo dello spettacolo che hanno dato vita alle performances in programma ha regalato una grande emozione al pubblico presente nel Teatro Vascello.

Presenti anche la Presidente del Consiglio provinciale Pina Maturani e la Presidente della Commissione Cultura del Municipio Cristina Maltese. La cantautrice e poetessa Pilar con una performance di canto e recitazione da lei elaborata esclusivamente per la serata, le attrici Fausta Manno che ha esaltato le parole di Adrienne Rich (quelle scelte per il 25 Novembre UDI) con la consueta travolgente personalità, Maria Piccolo la cui recitazione di brani da “i monologhi della vagina” ha saputo con grazia e potenza emozionarci e la conclusione con Renata Zamengo e la lettura da “Passi affrettati” di D. Maraini (in cui è stata gentilmente coadiuvata da F.Manno). Renata ha creato un piccolo evento nell’evento concludendo, gioiosamente e a sorpresa, con la “Vispa Teresa” di Trilussa. I titoli delle Anfore-sorelle, che sono state usate liberamente dal pubblico per infilarci alcuni bigliettini scritti, sono molto suggestivi e vale la pena di ricordarli: Stop femminicidio, Il sari rosa, Donne che lasciano la scia, La Dea Madre……Applauditissimo l’ingresso della Testimone, consegnata nelle mani di Elisa e di Eleonora, le due giovanissime allieve della Scuola Morandi che l’hanno a loro volta passata a Claudia Mattia e Cristina Lanna per la tappa a Valmontone. La fotografa Francesca Maria  Guarnaschelli ha seguito l’iniziativa

Dal 15 fino al 17 marzo l’anfora è protagonista a  Valmontone grazie all’impegno di Claudia Mattia e Cristina Lanna. Grande accoglienza con banda musicale e commozione al passaggio della testimone avvenuta presso la sala del palazzo Doria Pamphili. Nei giorni seguenti sono stati realizzati incontri con le scuole di Valmontone, proiezioni di video, dibattiti musica balli e canti popolari.

Il 18 l’Anfora è stata alla Sala degli Specchi di Frascati accompagnata da una presentazione di Claudia Mattia e accolta dalle donne di SOStegno Donna che per l’occasione hanno promosso una mostra fotografica e avviato un dibattito aperto sulla violenza alle donne.

Il 19 e 20 marzo a Bracciano la Consulta Comunale femminile ha accolto l’Anfora con una serie di letture, proiezioni di film e con il Coro dei giovani cantori che hanno consegnato la testimone a Rosanna Marcodoppido dell’Udi La Goccia.

Il 21 e il 22 l’Udi  La Goccia ha portato l’Anfora presso il liceo classico Eugenio Montale avviando un dibattito con le ragazze e i ragazzi e proiettando la prima parte del video “Viaggio nel ‘900 delle donne. Una storia politica”. Dalle ore 18.00 è stata avviata una serata con dibattiti e musica NO STOP presso la “Casa internazionale delle Donne” di Roma con la collaborazione dell’A.F.F.I. Stradabanda della Scuola Popolare di Musica di Testaccio diretta da Paolo Montin ha aperto la Staffetta per le strade intorno alla Casa internazionale accompagnata da tutti e tutte le  partecipanti.  Silvia Nebbia ha presentato i vari ospiti dando prova di bravura e simpatia nelle sue performances teatrali. Ho avuto l’onore di aprire  l’inizio dei vari  interventi con la presentazione della Staffetta, del suo percorso finora compiuto e di tutta l’energia e la creatività che le donne stanno mettendo in campo.

E’ stata un’occasione in cui ho potuto anche condividere l’orgoglio per il  premio che l’UDI ha ricevuto dalla città di Pienza il giorno 14 marzo.

Martedì 24 marzo la Staffetta è stata accolta dal CPO del  Ministero Sviluppo Economico Comunicazioni di Roma grazie all’interesse della mia amica di master universitario Graziella Rivitti. Io e Claudia  abbiamo trovato un ascolto molto ricettivo e sensibile tanto da aver messo in atto una sincronia tra noi vivace, energetica, veramente interessante. Da ripetersi.

Il  25 marzo la Commissione delle Elette dell’XI municipio di Roma ha ospitato la Staffetta organizzando un Consiglio straordinario aperto a tutte le cittadine e tutti i cittadini presso la Sala Consiliare “Piacentina Lo Mastro”. Anche in questo evento  è stato molto importante il confronto tra le diverse donne intervenute. Eravamo presenti Pina Nuzzo ed io oltre ad altre donne dell’UDI come Luciana Abate che fa parte della consulta di quel municipio, in cui ha raccolto le firme per la proposta di legge 50E50.

Il giorno 28 marzo è arrivato. Io e Claudia abbiamo consegnato l’Anfora alla Portastaffetta dell’Abruzzo, Francesca Magliulo. Alla stazione centrale di Pescara abbiamo incontrato, come da appuntamento fissato, le donne invitate. Mentre Francesca distribuiva e appuntava gli adesivi della Staffetta abbiamo scattato molte foto grazie alla perizia di Cristina Lanna, ormai fotografa ufficiale della Sede nazionale. L’apertura del dibattito e degli interventi è seguita presso il Centro Antiviolenza Ananke di Pescara alla presenza di testimonianze autorevoli della città e delle istituzioni. La serata è proseguita mentre noi facevamo ritorno a Roma e a Valmontone.

L’ Anfora e la Staffetta continuano il cammino perché, come ci scrive dalla Sardegna Franca Vargiu, “per dire che non si cambia il mondo bisogna prima provarci davvero”.

Perché le donne resistono, perché vogliono vivere ed essere felici.

A presto Fabiola.

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