…abbiamo proposto, a donne che non hanno conosciuto il femminismo perché erano troppo giovani o perché in quel momento facevano altro, di fare politica. Mostrando loro attraverso l’esperienza passata che la politica ha forme e regole che si apprendono. Mostrando nei fatti che parlare tra donne è un atto di responsabilità reciproca e di crescita collettiva. Che uno spazio fisico deve essere predisposto perché accolga noi stesse e le altre, perché sia aperto ma con delle regole. Quelle che ci diamo a seconda dei nostri desideri e dei nostri progetti.
Questo è stata anche la scuola delle Costantine: spazio fisico e simbolico in cui abbiamo potuto riattraversare momenti della storia politica delle donne, riconoscerne l’autorità per predisporci alle azioni politiche di cui questo quaderno dà conto. In questo primo anno abbiamo messo al centro la violenza sessuale partendo da fatti di cronaca che hanno indignato tutte. Abbiamo collegato lo studio della legge con le iniziative politiche che intanto prendevamo. Dal presidio del 7 giugno 2006 in piazza Montecitorio contro il femminicidio alle testimonianze raccolte (buste rosa), all’esposto al Procuratore generale della Repubblica di Roma per denunciare le eventuali omissioni degli organi di tutela, alle varie iniziative dell’Udi di Napoli volte alla piena attuazione delle leggi esistenti.
Perché non abbiamo fatto tutto…
Pina Nuzzo