dal diritto al voto al diritto di gareggiare alla pari

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Roma 2 giugno 2016, ho ritrovato uno scritto di Claudia Lisi per la Campagna 50E50…ovunque si decide. Il tono leggero e ironico di Claudia mi ha fatto rivivere quei momenti, ho ripensato alle aspettative, all’entusiasmo, ma anche ai dubbi che avevamo, dieci anni fa, quando siamo partite con il 50E50. Da tempo avverto la necessità di  un bilancio, proprio a partire da quanto noi stesse abbiamo messo in moto. Lo penso anche a partire dai ragionamenti e dalle considerazioni sulla rappresentanza che ritornano periodicamente nei nostri discorsi in rete o quando ci si trova. La conferma l’ho avuta  stamattina, in posta privata di Facebook, da una donna che ha letto il post di ieri e scrive:

Carapina buongiorno Buon 2 giugno. Ho letto il tuo post. 50E50 è stata molto ma molto importante. Oggi. Quanto ci rappresentano quelle donne che ci governano? Io non mi sento rappresentata minimamente. Non mi sento tutelata come genere femminile. Mi sento umiliata ad essere rappresentata da simili persone. Io credo che noi come udi dovremmo prendere delle posizioni forti nei confronti dell’operato di queste rappresentanti. Perdona lo sfogo ma sono veramente arrabbiata.

Potrei rispondere argomentando parola per parola, potrei inviarle i documenti scritti a suo tempo con gli obiettivi della Campagna, ma non sarebbe risolutivo. Perchè quello che chiede è un luogo politico di riferimento; donne responsabili o donne che abbiano la forza e la voglia di farsi carico di un confronto politico. Pina Nuzzo

 Diario di una appassionata
Conservo con cura un quaderno dalla copertina rigida su cui campeggia un adesivo rettangolare bianco e una scritta che invade tutto lo spazio:  50E50…ovunque si decide! Me lo sono portato dietro per mezza Italia, ma quando ho cominciato a scriverlo non avevo certo idea di che passioni sarebbe stato testimone! L’idea di una Campagna con questo nome non era ancora nata.

Ne rileggo degli stralci qua e là….

15 DICEMBRE 2005 Basta, non se ne può più di questa storia delle quote rosa! Ne sento parlare non so più da quanto. Sembrano le estrazioni del lotto: 10-15-35 buummm, 35 , esagerate!, magari un 20. E perché no un 27,5- dico io! perché, non gli piace questo numero? Ma che numero e numero, poi. Con che arroganza pensano di “concedere” quote di rappresentanza alle donne che sono il 52% della popolazione! Le quote si attribuiscono ai soggetti svantaggiati, alle minoranze, ma le donne non sono una minoranza da tutelare. Decenni di lotte per raggiungere l’eguaglianza, per avere il diritto di votare e di essere votate e poi ancora oggi se non hai il favore personale di questo o quel ministro-segretario-uomo di partito o che altro non puoi nemmeno pensare di essere messa in lista. Ultimi posti, per carità, non sia mai chiedere troppo!

 4 MAGGIO 2006 Oggi ho trovato un’espressione nuova: “squotare” la politica. Benedetta internet che mi fa fare certi incontri! L’ho trovata su un sito di studentesse, pardon, studenti. Anche loro ce l’hanno con le quote. Dicono che è giunto il momento di squotare la politica e, in soldoni e sviluppano tutto un pensiero sulla cittadinanza duale, paritaria…

24 OTTOBRE 2006 Mi piace questa cosa della cittadinanza duale. Detta così sembra roba da trattato di filosofia politica, invece è praticamente lapalissiana. Ho cercato degli approfondimenti e saltando di sito in sito sono finita  a quello dell’Udi. Unione Donne Italiane, anzi in Italia, come si chiamano adesso. E io che pensavo che con le lotte per l’emancipazione fossero praticamente estinte! Invece se ne vengono fuori con questa cosa della cittadinanza duale. Ma in fondo è logico, no? Naturale: erano state quelle che più di tutte si erano battute per il voto alle donne, nel ’45. Insomma adesso l’Udi rivendica una cittadinanza duale perché – dice- la compresenza paritaria dei due generi è un presupposto e una condizione di democrazia compiuta. Chiarissimo. Ma, secondo te, c’è qualcuno in parlamento che rinuncia spontaneamente alla poltrona solo per salvaguardare un giusto principio? Figurati, non fanno altro che darsi addosso urlando a più non posso. E poi dicono delle donne al mercato!

30 NOVEMBRE 2006 Fantastico! L’Udi ha lanciato una Campagna Nazionale 50E50…ovunque si decide! dico, ovunque: dal condominio al Parlamento, dovunque si prendono decisioni che incidono sulla vita delle donne è sacrosanto essere presenti in modo paritario agli uomini. Certo pure che le donne si devono svegliare e partecipare, almeno al condominio. Ma non è che anche questa, sotto sotto, è una richiesta di quote, di tutela? mi sembrava di aver capito che alle quote non ci stanno, quelle dell’Udi… va bene, domani indago meglio.

11 DICEMBRE 2006 Eureka! Trovate! Ma proprio per caso, all’Università, mentre aspettavo la prof., mi è capitato di ascoltare una ragazza che all’improvviso ha tirato fuori il fatidico 50E50 dell’Udi. Mi scattano tutte le antenne, mi avvicino e insomma adesso per me l’Udi ha la sua faccia. Dice che sta seguendo moooolto da vicino questa Campagna e ci scambiamo l’email così mi terrà informata. Anche perché intanto è arrivata la prof… uffa!

8 MARZO 2007 Quando parlo di 50E50 c’è gente che mi ride in faccia! Certi sguardi di compatimento…Ah, perché mi hanno educato alla nonviolenza? Va bene, scommettiamo sul potere della parola e del buon esempio!

2 APRILE 2007  C’è un clima d’attesa che non ti dico. Presenteremo una proposta di legge di iniziativa popolare. Che paroloni, sembravano far parte di un’altra epoca, di un’altra storia e invece…ce la faremo a raccogliere le 50.000 firme necessarie? A proposito la nostra proposta di legge si chiama: Norme di Democrazia paritaria per le assemblee elettive. Io speriamo che me la cavo. Anzi, io dico di si.

2 GIUGNO 2007 si parte!!! Si parte con la raccolta firme. Giustamente oggi, Festa della Repubblica. Tra 6 mesi ci vediamo.

28 GIUGNO 2007 Distribuire i moduli per la raccolta, spiegare come prendere le firme, come farle autenticare senza perderne nemmeno una, tenere i contatti con chi i moduli ce li ha già, mandare comunicati alla stampa (che li ignora, ma non si sa mai), recuperare i moduli firmati …

18 AGOSTO aiuto! che fatica, che caldo, che caldo, che fatica! Abbiamo messo un banchetto in piazza per raccogliere le firme. Festa patronale, c’era un sacco di gente considerando la temperatura: ma quando il termometro ha superato i 40°, il cielo era bianco e noi arrostite… ci siamo arrese.

14 OTTOBRE 2007  Sono di ritorno da Piazza Farnese a Roma. Ieri c’è stata una manifestazione nazionale per il 50E50.  Pullman da tutta Italia, compreso il nostro. Striscioni, canti, disegni, slogan, magliette, adesivi e bandiere. Ho cercato di sentire notizie alla TV: non ne hanno date…

20 NOVEMBRE 2007 Siamo agli sgoccioli. Ci siamo fatte mercati, feste, sagre, donazioni di sangue, domeniche e feriali, spiagge affollate e città deserte, sole e pioggia è lo stesso, basta che non si sciupino i fogli. Abbiamo parlato con migliaia di persone, non tutte hanno firmato, per disaccordo o diffidenza. Giriamo  come matte, a recuperare i moduli,  la conta delle firme è ancora parziale, sembriamo sulla buona strada…

29 NOVEMBRE 2007  Alle sede Nazionale pile e pile di pacchi con i moduli firmati! Non c’è posto nemmeno per respirare. Abbiamo contato più di 120.000 firme!!!  Le nostre abbiamo finito di contarle sul treno. La nostra parte l’abbiamo fatta! Sotto una pioggia come dio la manda portiamo firme e legge al Senato. Ci sono donne venute da tutta l’Italia che vogliono essere lì in un giorno che sentono storico. Solo un piccolo gruppo , in rappresentanza di tutte, possono entrare a depositare la Proposta di legge al Senato della Repubblica, Commissione Affari Costituzionali. Quando escono, non so bene se sto piangendo o se è la pioggia, ci abbracciamo sui gradini del Senato, siamo felici, felici, felici. La gente ci guarda allibita.

11 GIUGNO 2009  finalmente l’audizione al Senato – Proposta di legge n.2/09. Parla Milena Carone, garante nazionale dell’Udi e avvocata che per l’occasione ha un look impeccabile. Direi da Costituente. Per noi è una performance straordinaria. Abbandonando ogni concetto di tutela  sotteso all’attribuzione di quote l’Udi propone che le liste vengano compilate dai partiti con una presenza paritaria dei due generi, presenti in forma rigorosamente alternata, e che siano gli elettori a scegliere i propri rappresentanti, uomini o donne.  Quelle poche o tante donne che potrebbero essere elette non rappresenteranno le donne, né come singole, né come categoria, ma costituiranno di per sé, per la loro presenza, il primo passo verso la parità istituzionale, verso una equa rappresentanza e, per ciò stesso, anche una equa  rappresentazione della presenza quantitativamente paritetica di due sessi nella società.  Claudia Lisi

                                                                           

 breve cronologia

1946: All’Assemblea Costituente si discute del ruolo delle donne nel nuovo stato democratico: da una parte c’è la grande spinta delle donne per un cambiamento radicale di una società fondata da sempre sulla disuguaglianza e sulla disparità tra uomini e donne, dall’altra una tenace resistenza al cambiamento frutto di una cultura largamente diffusa anche in una parte delle stesse costituenti.

Anni ’90: Di fronte alla bassissima presenza di donne in Parlamento e sotto lo stimolo della legislazione europea, si apre un dibattito sulla rappresentanza delle donne nei vari organi decisionali; la discussione si sviluppa intorno alla questione “quote rosa”. Vengono introdotte le varie Istituzioni delle Pari Opportunità con lo scopo di creare azioni positive.

 2003 All’art.51 della Costituzione si aggiunge il seguente comma: “A tal fine [garantire le condizioni di uguaglianza all’accesso di uffici pubblici e cariche elettive espresse nella prima parte dell’articolo] la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”. Tuttavia basta guardarsi intorno per vedere che, anche negli anni successivi… le donne non ci sono – non riescono ad esserci – in tutti quegli ambiti e in tutti quei settori in cui si decide.

 2006 novembre : Davanti alla constatazione che la democrazia italiana è una democrazia  fondata ancora su un solo soggetto, quello maschile, l’UDI lancia la Campagna nazionale 50E50…ovunque si decide!  affinché le donne siano messe in grado  di gareggiare in condizioni di parità. E questo in tutti gli organismi decisionali, dalle assemblee di condominio, alla finanza, all’Università, al Parlamento. 50E50…ovunque si decide!  non allude a un risultato numerico d’ufficio (che sarebbe pur sempre una quota): significa, invece, costruire uno spazio in cui, contando anche numericamente, non più solamente reclamare o negoziare, donne e uomini possano costruire insieme delle risposte. Strumenti per raggiungere questo obiettivo sono seminari, scuole politiche, dibattiti aperti al pubblico, manifestazioni di piazza e soprattutto una legge di iniziativa popolare che introduce meccanismi di riequilibrio della rappresentanza dei due generi nella legge elettorale.

 2 giugno 2007: Roma Piazza Navona, si apre la Raccolta delle firme a sostegno della legge di iniziativa popolare Norme di democrazia paritaria per le assemblee elettive. In pratica si tratta di far si che le liste vengano compilate dai partiti con una presenza paritaria dei due generi e lasciare agli elettori la scelta di chi votare.

29 novembre 2007: la Proposta di legge viene depositata al Senato della Repubblica, Commissione Affari Costituzionali, sostenuta da oltre 120.000 firme contro le 50.000 richieste dalla legge.

10 giugno 2009: audizione al Senato – Proposta di legge n.2/09.

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