8 marzo, passa la testimone

00_0190Le donne di tutto il mondo hanno portato e ancora portano un’anfora sulla testa, sulla spalla, sotto il braccio, per trasportare acqua o quel che serve alla famiglia o al villaggio.

Dal 25 Novembre 2008 la nostra testimone, l’ANFORA, ha seguito tutti gli avvenimenti, è gravida dei messaggi delle donne, dove non è stata fisicamente ha delegato il compito alle sue PortaStaffetta e a quelle che l’hanno portata fin dov’è ora e a quelle che la riceveranno.

Sta attraversando l’Italia la Staffetta e ci fa ritrovare, con autorevolezza, come “Donne in Italia”, ci fa sentire cittadine e signore della  casa comune. Fin dalla sua partenza – avvenuta a Niscemi e celebrata in tutta Italia in tante località diverse e con tante modalità diverse, ma amalgamate dalle parole che ci siamo fatte prestare da Adrienne Rich e che tutte abbiamo letto in quel giorno –  la Staffetta ha iniziato un cammino condiviso.

Ogni volta la Testimone passa dalle mani di due donne alle mani di altre due donne, che  si prendono sul serio. Noi abbiamo voluto la Staffetta perché non abbiamo mai abbassato e non abbassiamo la guardia.

Sarebbe stato importante poter parlare della Staffetta e dei suoi contenuti politici, delle istanze che simbolicamente contiene nell’anfora, senza essere costrette sempre e sempre dalle emergenze a fare una “tappa di lutto”.

La testimone ha incontrato la freschezza e la passione di tante donne giovani, ragazze che l’hanno materialmente e politicamente “presa in carico”, tante, in Sicilia, in Calabria, Puglia e Basilicata.  Ragazze che sorridono responsabilmente fiere e consapevoli, come appare chiaro anche dalle loro parole,  del ruolo che sanno di avere e che vogliono far valere per incidere nella società. Quei visi, quei sorrisi, quegli sguardi confermano la ricchezza di intelligenze che sapevamo esistere e che, a volte, aspetta solo l’occasione per risplendere.

Queste sono ragazze che  “ce la possono fare”.

La testimone  racconta delle sue esperienze e di quanto le sia piaciuto entrare nelle Scuole, in mezzo alle studentesse, e poi nei teatri e centri culturali, nelle carceri femminili, nei luoghi istituzionali per partecipare a mostre, dibattiti, incontri letterari, proiezioni cinematografiche, eventi con musica e danza, gare sportive.

Luoghi ed eventi  che con una sola voce gridavano: STOP FEMMINICIDIO.

Una conquista, perché, probabilmente, molte fino a quel momento non conoscevano la parola femminicidio e forse non erano consapevoli della carica di politicità che c’è in quella parola.

La testimone arriverà, anche se i mezzi di trasporto, come quelli di comunicazione, non le daranno un “passaggio”, perché cammina sui piedi di migliaia di donne, e lascerà traccia del suo passare, perché tenuta da migliaia di mani salde e delicate: un carico che “si fa carico”. Si fa carico del dramma che troppe donne hanno subito e subiscono, e lo farà, in particolare, fino al Novembre 2009  e poi oltre e ancora, perché l’allarme permanente richiede uno spazio permanente.

Noi porteremo i messaggi delle donne che  li vorranno affidare a questa donna vagabonda che è anche  un po’ sorella. Anche i messaggi di quelle che non potranno, non importa per quale motivo, esprimersi di persona.

http://www.staffettaudi.org

 

Lascia un commento